E’ un quadro ancora molto fluido quello che viene fuori dal sondaggio.
Nonostante la perdita di fiducia nel presidente Musumeci da parte dei siciliani, il governatore continua a prevalere contro tutti i potenziali sfidanti del centrosinistra. Ma la vera notizia è che il vero candidato vincente è quello che oggi non c’è: se si votasse per le Regionali, infatti, quasi la metà degli elettori non voterebbe nessuno dei nomi in lista o non andrebbe proprio alle urne.
Non è proprio una stroncatura, nessun voto sembra irrecuperabile. Eppure il governo elettorale è al di sotto della sufficienza e la bocciatura arriva da più della metà dei siciliani: quasi il 55%, suddiviso tra un 30,3% che esprime una valutazione di “scarso” e un 24,5% di “mediocre”. Il voto più alto (2.9 su 5) è alla gestione dell’emergenza Covid: sufficiente per il 36,7%, buono per il 14,85% e ottimo per il 7,48%. Il risultato cala nella risposta del governo Musumeci alla crisi economica legata agli effetti della pandemia, dove gli scontenti sfiorano il 54%. Tutti gli altri settori dell’amministrazione regionale galleggiano poco sotto quello che a scuola sarebbe il sei in pagella.
L’insoddisfazione sul governo si lega al giudizio nei confronti del presidente della Regione: mediocre per il 32,3%, addirittura scarso per il 25,7%.
Il presidente, comunque, incassa un livello di fiducia e gradimenti (2,8) che restano superiori sia al governo nel suo complesso, sia alle forze d’opposizione. Questi dati trovano soltanto in parte un riscontro a rieleggerlo: il 44,8% si dice certo di non votarlo mentre l’orientamento negativo è attestato al 19%; quasi il 23%, però, oggi metterebbe una croce sul nome di Musumeci.
Ebbene, in tutte le simulazioni, il governatore uscente resterebbe l’uomo da battere per le elezioni.
Significativa la misurazione della popolarità e della fiducia dei siciliani rispetto ai politici più in vista. Nessuno supera il 5 in pagella. al primo posto troviamo Cancilleri, che con 4,9 supera Musumeci al 4,8. Entrambi godono di un tasso di popolarità alto. Più basse le valutazioni del centrodestra: De Luca con 4,4, Marco Falcone con 4,2 e gli assessori regionali Roberto Lagalla e Ruggero Razza, entrambi a quota 4 assieme all’eurodeputata leghista Francesca Donato. Nel fronte opposto spicca Fava con 4,6, mentre appaiati a 4,4 ci sono gli eurodeputati Pietro Bartolo e Caterina Chinnici, assieme al deputato regionale del M5S Luigi Sunseri.
Vediamo infine la propensione di voto per i partiti che ci riserva numeri su cui riflettere. Il più significativo è che il M5S resta la prima forza in Sicilia, col 22,7% dei consensi virtuali; in lieve aumento il Pd con il 13,9%, che si afferma come secondo partito. Restando al centrosinistra si registra il 4,4% di una lista Fava, mentre Italia Viva (4,2%) in Sicilia è più forte di quanto si registri a livello nazionale. Da notare anche il 3,1% di Azione di Carlo Calenda.
Interessanti le dinamiche del centrodestra: Fratelli D’Italia con un 13,7% al primo posto, seguito dal 10,5% della Lega, gemellata con gli Autonomisti (2,5%). Segue poi Forza Italia al 9,2%, poco più dell’8,1% di Diventerà Bellissima.