I siciliani sono scettici rispetto al tema della sicurezza. Destano maggiore preoccupazione le frodi informatiche; un intervistato su tre è preoccupato dalla crescita futura dei reati nel mondo virtuale. Il degrado dei costumi e l’aumento generale della conflittualità trovano riscontro in fenomeni come stalking, mobbing, bullismo generando scetticismo in prospettiva futura. Tendenzialmente sono meno pessimisti rispetto a reati “tradizionali” come borseggi, furti di auto e rapine.
Preoccupazioni e sensazioni che appaiono trasversali rispetto alla sicurezza in generale, non trovano pieno riscontro nei trend delle denunce, in calo del 2,3% nel 2017 su base annua, in flessione anche rispetto agli anni precedenti. Tuttavia vi sono dei dati controtendenza per tipologie di reati come quel- lo delle frodi informatiche, compatibile con la crescita di utilizzo di internet e soprattutto di acquisti on line (Dati 2017 dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell'Interno ). È necessario però precisare che i dati fanno riferimento ai soli reati denunciati alle forze dell’ordine e non misurano il sommerso che per alcune tipologie di crimini rappresenta l’effettiva dimensione del fenomeno.
I siciliani si mostrano invece più ottimisti rispetto al futuro della Giustizia sia per quanto riguarda i tempi dei procedi- menti penali che civili. La visione rispecchia i trend della Giustizia in Italia: il biennio 2016-2017 vede rispettivamente una diminuzione sia dei giudizi civili dell’8,3%, che di quelli penali del 4,4%, trend che prosegue anche nel 2018 (dati ministero Giustizia gennaio 2019). Il tasso di casi risolti nel 2016 supera il 100%. Ciò significa che sono più numerosi i procedimenti che si chiudono di quelli che si aprono. Un dato non indifferente perché tra casi amministrativi e commercia- li in media la metà dei Paesi europei si trova sotto questa soglia. Nonostante il trend in miglioramento L’Italia però si conferma agli ultimi posti nell' Unione Europea per l'efficienza della giustizia: significativo il dato degli oltre 1.400 giorni necessari all’Italia per arrivare al terzo grado di giudizio per dispute civili e commerciali nel 2016.