Mi viene in mente, dopo la lettura dei risultati di questo studio su come i siciliani si immaginano questa Isola tra dieci anni, una favola di Esopo. Racconta di un vecchio contadino che, in punto di morte, desiderando che i suoi figli, poco dediti alla terra, se ne prendessero cura, chiese loro di scavare per cercare un tesoro da lui nascosto. Essi allora, morto il padre, con aratri e zappe, scavarono la vigna con fatica e non trovarono nulla, ma la terra offrì loro i migliori frutti, vero tesoro ereditato dal padre.
La Sicilia vanta bellezze e ricchezze che pochi luoghi al mondo possiedono, ma i siciliani mostrano dubbi sul futuro e sulle prospettive che questa terra può offrire loro. Il turismo, l’agricoltura e più in generale il settore agroalimentare, seppur riconosciuti come asset strategici, non sembrano offrire una prospettiva di lungo periodo a quelle fasce di età che mirano ad inserirsi nel tessuto produttivo.
Le ragioni sono prevalentemente da ricercarsi nella dimensione e diffusione delle imprese, ma anche in una cultura imprenditoriale con scarsa capacità di fare sistema e un ridotto ricorso alla managerialità. Il potenziale della Sicilia viene imbrigliato dalla scarsa capacità di visione della politica e dalla sua progettualità e più in generale da una classe dirigente che non riesce a valorizzare questo potenziale.
Lo scetticismo dei giovani è quello che colpisce maggiormente e permea tutti gli ambiti dell’indagine. Un giova- ne su tre in età compresa tra 18 e 34 anni non immagina il proprio futuro sull’i- sola per motivi prevalentemente legati alle prospettive lavorative e di realizzazione economica. Dei giovani in età formativa, uno su due guarda «fuori dall’i- sola» per completare il proprio percorso formativo e non trascura un orizzonte temporale più ampio in ottica lavorati- va. Il giovane in età 25-34 guarda lontano esclusivamente alla ricerca di un’occupazione che valorizzi il percorso di studi intrapreso e offra prospettive di crescita in ambito professionale e di benessere.
La possibilità di un futuro in Sicilia tende ovviamente ad aumentare nelle fasce di età più mature, ma una percentuale non trascurabile anche di giovani maturi e di maturi guarda al futuro con la possibilità di lasciare la regione. Le motivazioni sono ovviamente diverse, perché in questo caso si guarda al futuro nella prospettiva di dare ai figli maggiori opportunità e/o di avvicinarsi a loro se già lavorano e vivono al nord o all’estero.
Un aspetto da non trascurare è anche quello di dare potere di acquisto alla esigua pensione percepita in Italia, mirando ad un migliore tenore di vita.
Lo scetticismo siciliano che attraversa la visione futura riguardo a tutti gli elementi citati, dal lavoro, all’arretratezza generale, alla scarsa capacità di innovazione come anche la bassa qualità della vita o il senso di insicurezza, può essere a mio parere letto e superato nell’ottica della favola di Esopo. In una terra dalle smisurate potenzialità, ma lasciata all’abbandono, il tesoro è na- scosto nella fatica, nel lavoro e nell’impegno da profondere nel superamento dei suoi stessi limiti, per aprire un nuovo orizzonte e offrire una prospettiva futura e possibile.