I dati dall’indagine sul futuro della Sicilia per quanto riguarda la demografia inducono attente riflessioni ed una lettura multidisciplinare delle sue dinamiche.
Nascono e nasceranno meno bambini, tenderà ulteriormente a crescere l’età media e più in generale, seguendo i trend nazionali, la popolazione regionale invecchierà, con le conseguenze che questo comporta sia dal punto di vista produttivo che del welfare.
L’immigrazione è aumentata, la Sicilia è stata però prevalentemente una terra di passaggio di grandi flussi migratori verso il nord Italia e verso il resto d’Europa. Solo in minima parte questi hanno avuto la regione come luogo di arrivo.
I Siciliani immaginano però che questi flussi verso l’isola possano crescere ancora e coprire gli “spazi” fisici e lavorativi, lasciati liberi dal cambiamento demografico.
L’emigrazione ha riguardato finora Siciliani prevalentemente giovani. In prospettiva, però, molti, anche tra maturi, immaginano o stanno valutando il loro futuro fuori da questa terra. Aspetto importante da considerare è che gli emigrati siciliani hanno titoli di studio superiori o sono in possesso di una laurea. Sono persone alle ricerca di contesti produttivi e sociali in cui far valere le proprie capacità e la loro preparazione.
Le dinamiche territoriali interne hanno visto nel corso degli anni lo spostamento degli abitanti verso maggiori città a discapito dei piccoli paesi. Questi flussi, secondo molti, proseguiranno perché in prospettiva i grandi agglomerati urbani offrirebbero ancora maggiori opportunità non soltanto dal punto di vista lavorativo ma anche culturale e del tempo libero
La Regione da questo scenario appare terra di conquista per coloro i quali saranno in grado di saper interpretare e sfruttare l’immenso patrimonio dell’Isola. I Siciliani, pur consapevoli di queste opportunità, non sembrano credere nelle prospettive che questa terra può offrire loro nel lungo periodo. Questo lascia spazio a potenziali risorse economiche ed umane provenienti da altri Paesi. La storia però dovrebbe aver insegnato, proprio ai Siciliani, che lo sviluppo esogeno non genera crescita economica e sociale nel lungo periodo come uno sviluppo endogeno che, al contrario, valorizza il patrimonio economico e culturale del territorio.
Immaginandomi manager del brand Sicilia lavorerei sulla formazione a 360°: dei giovani per meglio incontrare la domanda di competenze da parte delle imprese; degli imprenditori per metterli nelle condizioni di valutare e comprendere le opportunità; più in generale della classe dirigente, pubblica e privata, per saper guardare agli scenari ed alle dinamiche economiche e sociali globali e disegnare un futuro che al momento sembra preoccupare.