L'energia in Italia proviene prevalentemente da combustibili fossili: petrolio, usato per la maggior parte nel settore dei trasporti; gas, utilizzato per la produzione di energia elettrica e per il riscaldamento. Entrambi sono prodotti importati poiché la loro produzione nazionale è relativamente ridotta.
Nella produzione di energia elettrica lo scenario è sensibilmente diverso. le fonti fossili contribuiscono per poco meno del 60%. Esse contribuiscono per oltre il 40% alla produzione di elettricità (MISE). A questo si aggiunge una percentuale superiore al 10% di energia elettrica importata dalla Francia, prodotta con fonti nucleari, e dalla Svizzera.
L'indipendenza energetica è considerata per il 77,2% degli italiani determinante per lo sviluppo del Paese. Solo il 7,4% ritiene tale contributo non rilevante ai fini della crescita economica. Mentre il 15,3% ritiene che l'autonomia dal punto di vista energetico contribuisca sufficientemente allo sviluppo dell'Italia ma non è l'unico aspetto da considerare.
La "visione energetica" degli italiani considera in larga parte le fonti rinnovabili 77,6%. Spiccano in questa visione: la produzione di energia solare (25,3%), eolica (17%), idroelettrica (14,3%). Permane nella "visione energetica" la produzione di energia da fonti fossili, non rinnovabili (14,6%). Notevole è, invece, il valore attribuito all'importanza del nucleare secondo gli italiani (7,8%) che, seppur abbandonato in Italia a seguito del referendum del 1987, viene oggigiorno riconsiderato.